domenica 25 giugno 2023

Il monastero

"Finalmente, con uno sforzo immane, cavandosi di bocca le parole a fatica, disse: 
- Qui Dio è nudo. Io non voglio vedere Dio nudo.
Alle Solovki Dio è nudo. Non lo voglio più. Mi imbarazza.
...Ricadde nel proprio corpo, tornò in sé, capì di aver visto non Dio, ma il proprio padre - nudo - e di aver parlato di lui.
Chiuse con forza gli occhi, nascose il mento nella giacca, sprofondò di nuovo nella propria semincoscienza.
Era inquieto, nervoso.
Dio è il padre. Io il padre l'ho ucciso, e ora per me non c'è più Dio. Ci sono solo io, il figlio. Sono lo Spirito Santo di me stesso.
"...Finché c'è il padre, dalla morte ti nascondi dietro la sua schiena. Morto il padre, esci allo scoperto, uno contro uno... e vai... dove? Da Dio? Comunque vai. E io, ecco, io ho spinto via dalla mia strada il padre e sono uscito allo scoperto - e dov'è chi mi verrà incontro? Ehi, chi c'è? C'è qualcuno?"
Si mise in ascolto attraverso l'impenetrabile sonno notturno: nessuno.
"Dio non tormenta. Dio abbandona per sempre. Torna da me, Signore. Uccidimi, ma torna."
Aprimi le porte del pentimento, Signore sorgente di vita.
Silenziosa apparve una mano, un enorme dito - e schiacciò una cimice."

Il monastero, Zachar Prilepin

Edito Voland
Costo 25€

Vi sono luoghi, privi di segnaletica, muri o sbarramenti, che danno accesso a un frammento della natura umana invisibile altrove. Le Isole Solovki emergono dalle acque del Mar Bianco e, una volta divenute sede del primo campo di lavoro sovietico – denominato SLON, erigono i propri confini rispetto al resto dell’umanità e del mondo. Qui, a partire dal 1920 fino al 1939, sbarcano migliaia di detenuti politici e comuni costretti a condizioni di vita disumane e massacranti. Così, in una piccola e inospitale lingua di terra su cui sorge un antico monastero, si riversano una moltitudine di corpi e menti, ciascuna alla deriva sul proprio banco di ghiaccio, prostrata dal lavoro, dalla fame e dal gelo. Sin dall’inizio del racconto, Artëm, il giovane protagonista condannato ad una pena detentiva di tre anni, è impegnato nella ricerca di un equilibrio fra la sua esistenza e la nuova realtà circostante. Tra raccolte di bacche, gerarchie instabili, acque gelide e compagni da amare o temere, affiora il ritratto di un essere umano integro, sincero e protetto dall’Universo che muove i suoi primi passi su un sentiero di neve candida. Ben presto, però, la carne verrà artigliata e sfregiata dai rovi, il primo sangue verrà versato e, a pochi chilometri dal traguardo, l’impulso di voltarsi indietro prevarrà sul resto: ciò che si rivela alla vista, non è più un paesaggio fiabesco, innevato ed intonso, bensì un terreno ricoperto da fanghiglia, corpi scossi dai brividi e colorati da ematomi e uno sterminato senso di solitudine e abbandono. Così, in queste 799 pagine, si compie l’inesorabile trasformazione e crescita di un ragazzo in un uomo e, allo stesso tempo, anche la natura acquisisce un volto e dei lineamenti diversi: più affilati, denutriti e feroci. 
'Il monastero' è una stanza sovraffollata, fredda e piena di spifferi, dove l’unico modo per sopravvivere è quello di venire schiacciati ed essere riconoscenti per quel poco calore sprigionato nel mentre. Eppure, nonostante il dolore, è anche un luogo dove crescono affetti, amicizie e piccoli gesti inaspettati.

Rimane, a distanza di mesi, una delle migliori letture fatte da gennaio 2023. 
Oggi hanno inizio gli sconti del 20% su buona parte del catalogo Voland e non posso fare a meno di consigliarlo.




Gideon La Nona

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