giovedì 30 dicembre 2021

Shuggie Bain

Non l'avrei mai detto, eppure quando rivivo mentalmente questo caotico 2021, il primo libro a cui penso è proprio lui. Un esordio degno del successo che ha riscosso: bello, doloroso e - spesso - brutale, ma soprattutto un ritratto fedele e autentico di ciò a cui la disperazione può portare.
È ambientato in una Glasgow a tratti incolore e opaca come uno shottino di vodka, a tratti bionda e amara come una Tennent's; una Glasgow mai libera di potersi fondere col cielo azzurro che la sovrasta, ma sempre appesantita dall'ombra delle politiche di Margaret Thatcher; una Glasgow in cui respira e patisce la fame Shuggie Bain, l'ultimo dei tre figli di Agnes Bain.
Shuggie, che percorre queste 528 pagine in punta di piedi, con dolcezza, delicatezza e amore, e Agnes, che - al contrario - percorre ogni capitolo arrancando, strisciando e graffiando, sono indissolubilmente legati.
Agnes e Shuggie condividono più del semplice rapporto madre-figlio: sono due facce della stessa medaglia, una medaglia sensibile, fragile e bisognosa d'affetto.
Entrambi percorrono la loro esistenza affamati di cibo per colpa della dipendenza da alcol di Agnes, di affetto per colpa (in parte) della noncuranza del padre di Shuggie e di speranza per via della loro indole.
Un racconto attento, sensibile, doloroso ed estremamente realistico (le descrizioni dei sintomi che caratterizzano le crisi di astinenza e la dipendenza psicologica da alcol sono degne di un manuale di tossicologia forense o di farmacologia).
Douglas Stuart riesce a dare forma ad un amore e legame che va oltre il semplice rapporto filiale. 
Una storia che non è mai lineare, va incontro a faticose salite e ripide discese; eppure, in quei brevi momenti in cui si raggiunge la cima, la visuale scalda il cuore.

martedì 28 dicembre 2021

Ragazza, donna, altro

“Questa creatura selvaggia dai capelli metallici uscita dalla foresta con lo sguardo tagliente di un animale

è sua madre

questa è lei

è lei

che importa il colore? Perché diavolo Penelope ha mai pensato che importasse?

in questo momento prova un’emozione così pura e primitiva che la travolge completamente

sono madre e figlia e tutta la loro concezione di sé si sta ricalibrando

adesso sua madre è così vicina che si possono toccare

[…]

e non si tratta di provare qualcosa o di pronunciare parole

si tratta solo di essere

Insieme”.

Ragazza, donna, altro, Bernardine Evaristo

 

Edito Sur

Costo 20


Maternità, sessualità, identità di genere, identità entico-razziale e problematiche sociali sono solo alcune delle tematiche proposte e racchiuse in questo romanzo corale. In particolare, in queste 521 pagine, emergono dodici vite che si raccontano ed esplorano il proprio corpo, i propri sentimenti e le proprie ambizioni. Dodici vite che si intrecciano e sperimentano la complessità dell'amore e della crescita.

Ciò che spicca, in questo intrico di diversità ed uguaglianza, è la fluidità che caratterizza ogni paragrafo del romanzo: è possibile ritrovarla anche nelle scelte stilistiche e narrative.

Un romanzo necessario, dove è impossibile non ritrovarsi e non empatizzare con le vicende proposte. 

Un romanzo che spinge a credere in se stessi, nel proprio valore e nei propri diritti.


lunedì 27 dicembre 2021

Vincoli

 “Voglio pensare che l’abbiano fatto, che siano usciti in quel pallido silenzio azzurro e poi si siano allontanati insieme dall’automobile e abbiano camminato su per la collina fino a trovare una conca nell’erba, e si siano sdraiati sulla giacca di mio padre e abbiano iniziato a parlare sottovoce, quasi sussurrando, […], e l’unica cosa di cui lui aveva paura era che le sue mani indurite dal lavoro potessero in qualche modo danneggiare quel liscio candore azzurro. Lei invece non ebbe mai paura, si limitò ad attendere guardando in silenzio, fissando i suoi occhi scuri, poi gli posò una mano calda sul collo e con l’altra gli accarezzò i capelli neri. E voglio pensare che fu bello come può esserlo certe volte, quando sei con la persona giusta e sei la persona giusta per l’altro, quando stare insieme è bello per tutti e due, perché Edith meritava anche quello.”

Vincoli, Kent Haruf

 

Edito NN Editore

Costo 18

 Vincoli è probabilmente una delle opere che ho più amato di Haruf, insieme alla Trilogia della Pianura. Non c'è momento, in queste 260 pagine, dove non si percepiscano quella delicatezza e quella sensibilità che caratterizzano lo stile di questo scrittore, nonostante nelle narrazione vengano inclusi i drammi, gli incidenti e i dolori quotidiani. 

In particolare, è un noir che vede protagonista Edith, ormai anziana e malata, ricoverata in una stanza d'ospedale, sorvegliata giorno e notte da almeno un poliziotto. In queste pagine, viene narrata una storia in cui ci si interroga costantemente sul valore morale delle proprie azioni e su quanto alcuni comportamenti - comunemente definiti come altruisti e generosi - possano paradossalmente portare alla spossatezza e al degrado dell'io. Così, attraverso Edith, percepiamo quanto possa essere distruttiva e mortificante l'eccessiva docilità, quanto alcune volte sia necessario sottrarsi immediatamente al potere altrui e quanto molto spesso sia più coraggioso ed altruista un comportamento egoista che non il suo contrario. Eppure, nonostante tutto, non cambierei una virgola in Edith: il problema non è suo, bensì di chi sfrutta l'indole mite e generosa altrui. Quando ripenso a lei, la immagino adatta per un mondo diverso, dove sin dai primi vagiti si venga educati a rispettare l'altro e a non doversi preoccupare di essere troppo ingenui, pronti ad aiutare l'altro ed onesti. Mi auguro l'abbia trovato.



 

giovedì 23 dicembre 2021

L'Università di Rebibbia

 “Il significato della lezione è che la detenuta non ha il diritto di toccare più la moneta che, come sappiamo, è simbolo d’autonomia, identità, misura del tuo valore e del tuo posto nella società. Un’altra spinta per farti regredire nell’infanzia coatta. Se per l’uomo, abituato a maneggiar soldi da secoli, questa condizione deve risultare qualcosa di aberrante […], per la donna tutto questo non è che il proseguimento del suo essere di sempre: donna di casa o bambina, come volete, alla quale è sempre stato evitato di avere – attraverso i soldi guadagnati e poi spesi – contatto diretto con la realtà del mondo. Se per l’uomo è punizione, per la donna non è nemmeno questo, solo un mantenerla ancora nella condizione di ignavia e di ignoranza di tutti i problemi che essere un cittadino comporta.”

L’Università di Rebibbia, Goliarda Sapienza


Edito Einaudi

Costo 12


lunedì 13 dicembre 2021

Le avventure di Pinocchio

“E Pinocchio a nuotar più lesto che mai, e via, e via, e via, come andrebbe una palla di fucile. E già era presso lo scoglio, e già la Caprettina, spenzolandosi tutta sul mare, gli porgeva le sue zampine davanti per aiutarlo a uscire dall’acqua! Ma oramai era tardi! Il mostro lo aveva raggiunto: il mostro, tirando il fiato a sé, si bevve il povero burattino, come avrebbe bevuto un uovo di gallina: e lo inghiottì con tanta avidità che Pinocchio, cascando giù in corpo al Pesce-cane, batté un colpo così screanzato, da restarne sbalordito per un quarto d’ora.

Quando ritornò in sé da quello sbigottimento, non sapeva raccapezzarsi, nemmeno lui, in che mondo fosse.”

Le avventure di Pinocchio, Carlo Collodi con le illustrazioni di Iacopo Bruno

 

Edito Rizzoli

Costo 25

 

Siediti, su questo tronco o dovunque tu voglia, prendi un bel respiro ed immergiti nella bellezza del racconto e delle illustrazioni di questo Pinocchio: non ne rimarrai deluso. C’è qualcosa che rende estremamente magiche, calde e confortevoli le avventure narrate e che permette di associare Pinocchio ad un luogo sicuro e stabile. Forse, quel qualcosa risiede – almeno nel mio caso – nella figura amorevole e protettiva di Geppetto. Un signore anziano, semplice e povero in cui risiedono una bontà ed una saggezza immense, quasi come quelle della famiglia Joad, protagonista di Furore. Pinocchio e Furore si congiungono proprio nel modo in cui dimostrano come sensibilità, generosità e pietà germoglino indipendentemente da ricchezza e classe sociale. Quando penso a lui, Geppetto, mi si stringe il cuore e non posso fare a meno di immaginare con quali occhi abbia guardato Pinocchio per la prima volta: quanta speranza ha investito il suo cuore? Quanta meraviglia si è insinuata nella sua vita?

Pinocchio è un racconto più attuale di quanto crediamo, soprattutto considerando quanto siamo abituati a considerare la maternità prerogativa del sesso femminile. Pinocchio è voglia di mettersi in gioco, di sbagliare e, nonostante tutto, venire comunque perdonati. Non c’è descrizione che possa rendere il fascino e l’incanto di questo volume, soprattutto considerando i disegni e, più in generale, le rappresentazioni figurative – opera del grandissimo Iacopo Bruno – che lo caratterizzano. Vi invito a perdervi, ma anche a ragionare, tra colori e vicende stupefacenti.

 Ringrazio di cuore la casa editrice per la copia e faccio i miei più sentiti complimenti all'illustratore, Iacopo Bruno, che ha saputo rendere questo volume unico e speciale.

La leggenda dei giocolieri di lacrime

“ «Dov’è il mio cuore?... Oh… dov’è il mio cuore?» si sveglia di soprassalto sul suo giaciglio, ma non sente alcun battito, solo un vuoto at...