Agatha Christie nacque a Torquay (Devon, Inghilterra) il 15 settembre del 1890 da una famiglia agiata, fu la minore di tre figli e venne educata e cresciuta in casa dalla madre, circondata da forti e indipendenti figure femminili, almeno fino a quando -a 16 anni- non decise di andare a studiare canto e piano a Parigi. Sin dalla più tenera età venne incoraggiata a scrivere, prendendo esempio dalle opere di Mary Louisa Molesworth, Edith Nesbit e Lewis Carroll. Scrisse la sua prima poesia, intitolata The cowslip, all’età di dieci anni. Nel 1910, a causa della malattia della madre, si recò con lei in Egitto ed elaborò i suoi primi romanzi ambientati proprio a Il Cairo, tra questi ritroviamo anche Snow Upon the Desert.
Eppure, nonostante i suoi inizi precoci, fu solo durante la Prima Guerra Mondiale, quando prestò servizio come infermiera volontaria -dove venne a contatto con una colonia di rifugiati belgi e spronata dalla sorella maggiore (Margaret Miller) a scrivere un romanzo poliziesco simile a quelli che lei stessa trovava nei comodini dei suoi pazienti- che dalle sue piccole cellule grigie venne partorito un ometto di origine belga sempre molto signorile, alto meno di un metro e sessanta, con la testa a forma di uovo, un paio di baffi rigidi e un po’ zoppicante. Il nome a cui risponde questa figura, probabilmente influenzata dalla passione adulta nei confronti di Wilkie Collins (con la sua La donna in bianco) e Sir Arthur Conan Doyle (con il suo celebre Uno studio in rosso), è quello di Hercule Poirot: una sorta di Socrate del ‘900 che non rispecchia lo stereotipo dell’uomo bello e buono; eppure, nonostante l’aspetto, la sua mente e le sue piccole cellule grigie diventano ben presto le più ricercate e amate d’Inghilterra per la risoluzione di sparizioni, omicidi e dei casi più disparati. Non va dimenticato che nello stesso periodo, o meglio poco prima dell’inizio del conflitto mondiale, Agatha conobbe Archie Christie che divenne suo marito alla Vigilia di Natale del 1914. Sebbene il primo romanzo fosse concluso da anni, venne pubblicato esclusivamente nel 1920 con il titolo di Poirot a Styles Court, dando così inizio ad una serie di romanzi e di racconti che entrarono presto nel cuore di milioni -miliardi contando i posteri- di persone.
Alla fine dell’agosto del 1919 Agatha partorì la sua prima figlia, Rosalind Margaret. Qualche anno dopo, grazie all’impiego di Archie come promotore dell'Esposizione dell'Impero Britannico, la coppia lasciò la figlia Rosalind con la madre e la sorella della scrittrice e intraprese una serie di viaggi alla scoperta del Sudafrica, dell’Australia, della Nuova Zelanda e delle Hawaii. Se da un lato fu un viaggio estremamente formativo, dall’altro fu anche particolarmente sofferto: in questo periodo Archie conobbe e si innamorò di Nancy Neele. Dopo poco tempo, verso la fine del 1926, chiese ad Agatha il divorzio. Da questo evento partì la curiosa sparizione della scrittrice, divenuta ormai celebre, per circa dieci giorni. La sua auto venne ritrovata in un dirupo con dei documenti scaduti e di lei non si seppe nulla se non all’undicesimo giorno, quando venne riconosciuta come ospite di un hotel, registrata come Tressa Neele (stesso cognome dell’amante del marito). Nella sua autobiografia non parlò mai dell’accaduto e diversi medici le diagnosticarono amnesia; per lei fu un anno abbastanza traumatico e stressante caratterizzato dalla scomparsa della madre, la scoperta del tradimento del marito e la grossa mole di lavoro letterario.
Nel 1928 i coniugi divorziarono (Archie si risposò subito con Nancy Neele). Agatha in quello stesso anno lasciò l’Inghilterra per recarsi ad Istanbul e raggiungere, attraverso il celebre Orient Express, Baghdad (attuale Iraq) -da questo viaggio nacque proprio uno dei suoi più celebri romanzi, Assassinio sull’Orient Express.
Dara-The Ephesus of Mesopotamia |
Dopo aver visitato Baghdad, accompagnata dai coniugi Wooley, si recò a Ur (vicino a Nassiria, più a sud di Baghdad). Ur, situata vicino all’antica foce del Tigri e dell’Eufrate (Mesopotamia del sud), è stata ed è attualmente un’area importantissima dal punto di vista archeologico e storico. Qui vennero ritrovati moltissimi reperti, provenienti soprattutto da più di 1850 tombe, quali vasellame, armi, monili in metalli preziosi e strumenti musicali ampiamente decorati. Inoltre, la zona si caratterizza per la presenza delle rovine di un’imponente Ziqqurat (di circa 21 metri) e di un tempio dedicato a Nanna (mitologia sumera e poi babilonese), anche chiamato Sin o divina falce di luna, era la divinità protettrice della luna, del ciclo lunare e mestruale e dei pastori, veniva anche designata come padre degli dei. Era raffigurata, almeno nei sigilli cilindrici, come un vecchio con la barba di lapislazzuli accompagnato da una mezza luna; infatti, simboli principali di Nanna e della sua progenie erano la mezza luna, la stella ad otto punte e il disco solare (Triade sacra). Il nome del Monte Sinai deriva proprio da questa divinità: monte di Sin o territorio di Sin, una delle sedi principali del culto di questo dio. Eppure, Ur è importantissima anche dal punto di vista storico: secondo alcuni studiosi, fu la più grande città del mondo dal 2030 a.C. al 1980 a.C. con una popolazione media di 65.000 abitanti; inoltre, viene nominata più volte nel Libro della Genesi come luogo di nascita del patriarca Abramo.
Così, Agatha
frequentò questi luoghi e poté prendere parte alle scoperte effettuate in
quegli anni -Wooley, archeologo molto famoso, è noto per aver ricondotto ed
interpretato lo strato di fango alluvionale situato nella profondità del terreno
all’origine del mito del diluvio sumerico (oggi noto come Il diluvio
Universale grazie al racconto biblico dell’Arca di Noè).
Il diluvio, Gustave Doré |
Venne
invitata a tornare nel 1930 e in questo periodo conobbe Max Mallowan e
consolidò il suo amore per la storia dell’antichità (vedasi etimologia
di archeologia). Agatha afferma di essere rimasta affascinata dall’uomo di
circa 15 anni più giovane e di lui dice: “thin, dark young man” who was “very
quiet – he seldom spoke, but was perceptive to everything that was required of
him.”. Di conseguenza, quando Katherine Wooley propose a Max
Mallowan di accompagnare Agatha in una visita della zona, tra i due scoccò
subito la scintilla e alla fine dell’anno iniziarono un lungo e felice
matrimonio. Nessuno può affermare con esattezza cos’abbia fatto nascere in lei
l’amore per quei luoghi e per la professione di archeologo, se una particolare predisposizione in un particolare periodo di vita o se la felicità di
avere accanto la persona amata; ma, al di là di questo, tutti possiamo beneficiare di quest’amore per il sapere che traspare in moltissime sue opere, quali Poirot sul Nilo (prese
spunto dagli scavi del tempio di Abu Simbel), Non c’è più scampo (Medio
Oriente), La domatrice (Gerusalemme e Petra), Il mondo è in pericolo
(Baghdad) e molti altri. Nel 1970 scrisse anche un romanzo dedicato a Akhenaten, faraone 'eretico', da cui si possono evincere le sue scrupolose ricerche e ampie conoscenze -il suo amore per l'antico Egitto nacque sin dalla fanciullezza.
Infatti, Agatha visse per i successivi venti e più anni insieme al marito vicino a zone di scavo, spesso aiutando nella pulizia e nella riparazione di manufatti, nello scatto di fotografie per la catalogazione degli oggetti (esiste una mostra che raggruppa tutti i suoi scatti) e in molto altro. Inoltre, le è stata accreditata la tecnica di conservazione e pulizia degli avori di 3.000 anni, ritravati tra Mallowan e Nimrud in Iraq, grazie all'uso della sua crema per il viso e di un bastone arancione.
Vi lascio con le parole della sua autobiografia:
“The lure of the past came up to grab me. To see a dagger slowly appearing, with its gold glint, through the sand was romantic. The carefulness of lifting pots and objects from the soil filled me with a longing to be an archaeologist myself.”
A. Christie, An Autobiography (London, 1981), p. 389
Lo scopo di questo articolo è quello di farvi conoscere e apprezzare una delle sue più grandi passioni. Buona lettura.
Sempre accurata e approfondita. Articolo stupendo ❤️
RispondiEliminaIncredibilmente curato. Bellissimo articolo, spunto di molte riflessioni!
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