lunedì 3 agosto 2020

Introduzione a 'Sorelle Brontё'

Consolazione

Son nudi i boschi ed umida la terra,
fitto lo stuolo delle foglie sparse,
turbina intorno a me gelido il vento
un lugubre monotono lamento –

ma so che c’è una casa amica: questa
sarà la quiete dopo la tempesta,
e la fiamma d’un caldo focolare
m’accoglierà, stanca del mio vagare.

Così, benché dovunque vada trovi
freddi sguardi stranieri senza amore,
benché l’anima tremi di dolore
e si affanni in sospiri sempre nuovi,

benché la solitudine da tanto
faccia avvizzire rapida ogni incanto
e oscurando di nuvole il mio giorno
neghi a dolci parole ogni ritorno,

quando i cari pensieri titubanti
umiliati riparano al mio seno,
io so che c’è lontano quella casa
dove il cuore ritornerà sereno.

Calde mani alle mie si stringeranno,
cuori più caldi ignari di menzogna –
gioia e vera amicizia mi daranno,
sguardi sinceri e labbra sorridenti.

Il cielo che ristagna intorno al cuore
si scioglierà in un mare di dolcezza;
le gioie morte della giovinezza
rifioriranno tutte in mite ardore.

Dovunque io vaghi, sarà questa mia
speranza a confortarmi senza posa;
finché c’è ad aspettarmi quella casa,
non avrò angosce né malinconia.
Anne Brontё
da Sorelle Brontё

Edito Oscar Vault
Costo 28

Il volume, oltre a riunire le opere più famose di Anne, Emily e Charlotte Brontё, cela al suo interno anche: un articolo, intitolato Haworth, novembre 1904, redatto da nientemeno che Virginia Woolf, un riepilogo in ordine cronologico delle pubblicazioni e degli avvenimenti che hanno caratterizzato le loro esistenze, intitolato Vite convergenti, un abbondante numero di illustrazioni sparse tra i vari capitoli e, a precedere ciascun romanzo, una raccolta delle loro poesie più significative.

L’articolo Haworth, novembre 1904, pubblicato il 21 dicembre 1904 su The Guardian, ci introduce al villaggio omonimo, situato nello Yorkshire, nel quale la famiglia Brontё si trasferisce nel 1820, quando Charlotte ha soli quattro anni, Emily due e Anne neanche uno. Virginia Woolf scrive “Non so dire se i pellegrinaggi diretti ai sacrari di uomini illustri non debbano essere bollati come viaggi sentimentali. […] La curiosità è legittima solo quando la casa in cui abitò un grande scrittore o i luoghi che la circondano possano accrescere in qualche misura la nostra comprensione dell’opera sua. Questa la giustificazione di cui ci si può avvalere in vista di un pellegrinaggio alla casa e ai luoghi di Charlotte Brontë e delle sue sorelle”. Il motivo per il quale è importante conoscere il paesaggio in cui vissero e in cui respirarono è da ricondursi agli scenari e agli ambienti che ritroviamo nelle loro opere, che ci accompagneranno per le 780 pagine di cui è composto questo tomo e che rimarranno nel nostro cuore una volta ultimata la lettura -chiunque abbia visitato lo Yorkshire, non può fare a meno di serbare nella propria mente il sublime contrasto tra il vivo verde dei campi e dei giardini e il nero o grigio o giallo scuro delle costruzioni umane. Eccolo descritto sempre dalla Woolf “Le sue case, erette tutte in pietra d’un colore tra il bruno e il giallognolo, risalgono agli inizi del diciannovesimo secolo. Ascendono erte nella brughiera, passo dopo passo, in piccole file distinte, mantenendosi a una certa distanza l’una dall’altra, di modo tale che la cittadina, anziché creare una macchia compatta sullo sfondo del paesaggio, pare quasi abbia voluto ghermirne tra le sue grinfie un bel tratto. Lassù, lungo il lato che dà sulla brughiera, vi è una lunga fila di case che finisce per raccogliersi attorno alla chiesa e alla canonica, ombreggiata da un piccolo ciuffo di alberi”. Nessuno può sapere quanto il luogo abbia effettivamente influenzato il loro pensiero, o se sarebbero state le stesse anche in uno slum londinese -come si domanda la stessa Woolf; però non possiamo non citare le lunghe passeggiate per la vallata che sicuramente contribuirono a rendere le sorelle Brontё ciò che noi oggi conosciamo.

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(foto non di mia proprietà, reperita su google)

Per giunta, se dovessimo dar credito a ciò che James Hillman scrive nel suo Il codice dell’anima, sulla scia della filosofia platonica, allora non ci sarebbero dubbi e potremmo affermare siano state proprio le loro anime a scegliere questo -a tratti malinconico- villaggio. È, infatti, impossibile negare l’influenza che alcuni panorami hanno sull’animo umano, si pensi a quelli che ispirarono il celebre Viandante sul mare di nebbia o L’Infinito di Leopardi. L’articolo si conclude con una tenerissima celebrazione degli sforzi che Anne, Emily e Charlotte fecero durante la loro breve vita.

Successivamente, ritroviamo Vite convergenti, una sezione dedicata alla vita e allo sviluppo del pensiero Brontёano, che mette in luce l’importanza che le biblioteche circolanti e la lettura di giornali quali il mensile Tory e il Blackwood Magazine hanno avuto nella loro crescita personale e culturale. In particolar modo, “la causa scatenante dell’attività letteraria dei Brontё” (Vite convergenti) è da ricercare in una scatola di soldatini, regalata dal padre al fratello Brandwell, che li porterà “a inventare e scrivere storie sugli Young Men (i Giovanotti), i soldatini” (Vite convergenti). Però, non va dimenticata l’importanza che la poesia, soprattutto in Emily e in Anne, e il disegno, soprattutto in Charlotte, assunsero nella loro quotidianità. Per tale motivo, a completare il volume ritroviamo anche delle bellissime poesie, quali Ferewell to thee! (Addio a te!) di Anne della quale cito:

 

Farewell to thee! but not farewell

To all my fondest thoughts of thee:

Within my heart they still shall dwell;

And they shall cheer and comfort me.

[…]

 

Addio a te! Ma non per questo addio

ai miei più cari pensieri di te,

che il mio cuore non lasceranno mai

per rallegrare e confortare me.

[…]

 

Oppure Often rebuked… (Respinta spesso…) di Emily, della quale cito il verso seguente:

[…]

I’ll walk where my own nature would be leading:

It vexes me to choose another guide:

Where the grey flocks in ferny glens are feeding;

Where the wild wind blows on the mountain side.

 […]

 

[…]

Andrò dove mi condurrà la mia natura:

non desidero scegliere altra guida:

dove grigie pascolano tra le felci le greggi;

dove il vento soffia selvaggio sul monte.

[…]

 

O ancora All is change… (Tutto muta) di Charlotte che così si delinea:

 

All is change – the night, the day,

Winter, summer, cloud and sun,

Early flowers, late decay,

So the years, the ages run.

Beats the heart with bliss awhile,

Soon it throbs to agony;

Where a moment beamed the smile,

Soon the bitter tear shall be.

This is Nature’s great decree.

None can ’scape it – for us all

Drops the sweet, distils the gall.

All are fettered – all are free.

 

Tutto muta – notte, giorno,

nubi, sole, estate, inverno,

fiori sbocciano e avvizziscono

anni ed epoche svaniscono.

Batte il cuore a una trepida magia,

poco dopo sobbalza in agonia;

dove brillava un tenero sorriso,

lacrime amare solcheranno il viso.

È questa l’aspra legge di natura:

nessuno può sfuggire alla sventura;

distilla il dolce, e poi cupi pensieri.

Siamo liberi tutti – e prigionieri. 

Penso sia inutile e superfluo qualsiasi mio commento, non solo per via della bellezza di questi versi, ma soprattutto per le impetuose e insostituibili emozioni che suscitano in ciascuno di noi. Per quanto sia affezionata a Charlotte e a tutte le sue opere, non posso non riconoscere la grandezza dei versi scritti da Anne. Chi di noi non ha provato ciò che viene descritto in ‘Farewell to thee!’? Quanto è difficile allontanare dalla mente il ricordo di una persona e le emozioni ad esso intrecciate? Spesso non si vive esclusivamente di reminiscenze?

Naturalmente, ciò che nella storia -della loro attività artistica- ha acquisito maggior rilievo sono i romanzi. Nel volume in questione ritroviamo in ordine Agnes Grey di Anne Brontё, Cime Tempestose di Emily Brontё e Jane Eyre di Charlotte Brontё. Sono tutti e tre dei capolavori, ampiamente apprezzati sia dal pubblico dell’epoca che dal pubblico moderno, nei quali ritroviamo sapientemente fusi tra loro quotidianità e sentimento. Sebbene abbia più volte riletto queste meraviglie, non riesco ancora ad essere sazia della loro visione del mondo, della loro analisi dei sentimenti umani e della loro descrizione dei paesaggi. Nel corso della mia breve vita, mi è capitato pochissime volte di leggere delle opere così toccanti, così commoventi e allo stesso tempo così forti. Le protagoniste sono donne tenaci, che ambiscono alla libertà, all’indipendenza senza rinunciare ai battiti dei loro cuori e al rispetto per i loro sentimenti. Cosa vedo, soprattutto in Jane Eyre? Un modello da seguire, una personalità che si distacca dal resto, che conduce il proprio sguardo fuori dai confini del proprio corpo o delle proprie abitudini per poter ricercare nel mondo altre parti di sé. Vedo in lei una donna che ha dovuto lottare sin dall’infanzia per poter affermare la propria voce e le proprie opinioni, molto spesso sottovalutata per via della mitezza che traspare ad un primo incontro, ma che serba in sé un fuoco perpetuo e appassionato. Ecco anche il motivo per cui ho scelto questa foto: l’albero quasi completamente prosciugato che continua a resistere nonostante tutto e nonostante tutti, esattamente come lei. Purtroppo, ho amato meno le eroine delle altre opere -Agnes Grey e Catherine Earnshaw- ma sono rimasta comunque affascinata dai paesaggi descritti e dai sublimi finali, soprattutto nel caso di Cime Tempestose. Ci sarebbero molti temi da affrontare, ma il rischio di andare incontro a spoiler è molto alto, per tale motivo concludo incitandovi a leggere e a conoscere le anime che popolano questi libri e che rappresentano in parte quelle delle loro autrici. Buona lettura.



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