giovedì 20 agosto 2020

Persone normali

“L'altra settimana, con Connell e Niall sono andati a una manifestazione contro la guerra a Gaza. C'erano migliaia di persone, con cartelli, megafoni e striscioni. A Marianne è venuta voglia che la sua vita contasse qualcosa, le è venuta voglia di fermare tutte le violenze commesse dai forti contro i deboli, e si è ricordata di un tempo, anni prima, in cui si era sentita così intelligente e giovane e potente che avrebbe quasi potuto farcela, mentre adesso sapeva che potente non lo era affatto, e che avrebbe vissuto e sarebbe morta in un mondo di estrema violenza contro gli innocenti, potendo al massimo aiutare poche persone. Era infinitamente più difficile venire a patti con l’idea di aiutare poche persone, tipo che avrebbe quasi preferito non aiutare nessuno piuttosto che fare qualcosa di così limitato e inefficace, ma non era nemmeno questo il punto”.

Persone normali, Sally Rooney

 

Edito Einaudi

Costo 11


Ci sono libri che riescono a riaccendere nel cuore la speranza perché ricordano l’esistenza di persone, come Sally Rooney, in grado di cogliere quei movimenti, quegli sguardi, quelle carezze e quelle ferite e ammaccature spesso invisibili ai più. Per tale motivo, ciò che ho trovato in queste 231 pagine va oltre il racconto di una storia d’amore o una relazione fra due giovani adulti alla prima esperienza; tra le righe ho osservato emergere un istinto di autoconservazione potentissimo che si è manifestato per lo più nella relazione tra Marianne e Connell (ma non solo), con Connell che – inconsciamente - percepisce la necessità di andare oltre il socialmente accettato per ricercare la sostanza e con Marianne che cerca qualcuno che smentisca e ripulisca la sporcizia lasciata dai suoi familiari. Perciò, sebbene la colonna portante sia identificabile nella relazione che li coinvolge, il romanzo ha tanti altri punti d’appoggio che estendono e ampliano la narrazione: la disparità economica che fa emergere punti di vista diversi su medesime questioni (ad esempio la scelta del corso universitario), la provenienza da famiglie affettivamente ed emotivamente opposte che mostrano quanto alcune cose siano scontate per alcuni e meno per altri* e le ripercussioni che la vita familiare ha nelle relazioni amorose o sessuali.

Così, nella distanza tra due corpi si intrecciano attrazione sessuale, vergogna, bisogno di accettazione da parte dell’altro, bisogno di accettazione da parte di se stessi (perché Il corpo sa tutto, citando Banana Yoshimoto, e sa quanto è inutile il parere della società), paura di essere stati fabbricati sbagliati e per questo non poter essere amati e angoscia derivata dalla consapevolezza di quanto sia vicina e frequente la solitudine dell’anima o il vuoto interiore. Ne consegue che, sebbene Marianne e Connell siano quasi sempre fisicamente soli nei loro incontri, mentalmente lo sono di rado e questo comporta dolore e incomprensioni.

Personalmente mi sono affezionata soprattutto a Marianne, nonostante abbia trovato un po’ di me anche in Connell; in lei vedo una fiamma che risplende sopra una minuscola roccia circondata dall'acqua, costantemente in pericolo, ma che trasmette sin dalle prime pagine una forza spaventosa: quella della vegetazione che penetra l'asfalto o la pietra e, anche se indifesa e più in risalto (non più mimetizzata), continua la sua crescita a dispetto di chi cerca di annientarla.

Non sono sicura di poter trasmettere con le mie parole la bellezza e l’essenzialità che caratterizzano il romanzo perché, nonostante Sally Rooney faccia apparire semplice la descrizione delle dinamiche umane, non lo è per niente, per questo vi invito a leggerlo e cercare di capirli attraverso questo piccolo ma intenso libricino. Buona lettura.

 

*

“C’è un sacco di gente che ti ama, Marianne. Ok?

La tua famiglia e i tuoi amici ti amano.

Lei rimane zitta per qualche secondo e poi dice:

Tu la mia famiglia non la conosci. […]”

Persone normali, Sally Rooney


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