mercoledì 11 novembre 2020

Creepshow

 “La nostra storia comincia nel seminterrato della Amberson Hall, l’edificio della facoltà di scienze della Horlicks University

… e con una beffa del destino… con il lancio di una moneta, guarda caso. Eh, eh!

Ma qui non si tratta di testa o croce, ragazzi… oh, no…

Si tratta di un lancio finito male… terribilmente male!

O forse, è stato davvero destino!

Chi può dirlo? Eh, eh!”

Creepshow, Stephen King (scrittore) e Bernie Wrightson (illustratore)

 

Edito Mondadori (collana Oscar Ink)

Costo 18

 

Creepshow è un fumetto ispirato all’omonimo film del 1982, scritto sempre da Stephen King e diretto da George A. Romero. Il film venne concepito come un omaggio ai fumetti horror della EC Comics (Entertaining Comics), casa editrice che negli anni ’50 subì una forte pressione mediatica e fu costretta ad interrompere tale genere di pubblicazione. Perciò, lo scopo del film e del fumetto è quello di ricordare l’importanza che tali pubblicazioni hanno avuto nella formazione sia di Stephen King che di George A. Romero. In particolare, l’opera è composta da 64 pagine che racchiudono al loro interno le cinque storie tratte dal film: Father’s Day (La Festa del Papà), The lonesome death of Jordy Verrill (La morte solitaria di Jordy Verrill), The crate (La cassa), Something to tide you over (Di mare in peggio) e They’re creeping up on you (Ti infestano). La narrazione è affidata al simpaticissimo e adorabile Zio Creepy, che per ogni storia sfoggia un look a tema (o quasi): non so ancora se preferire l’umile tunica verdastra, abbinata al suo incarnato giallognolo, o la tuta turchese da operaio in tinta con un cappellino tutt’altro che banale. In ogni caso, Zio Creepy ci introduce in queste cinque ed intriganti vicende; ognuna metterà alla prova la nostra sensibilità, soprattutto -almeno nel mio caso- l’ultima. I temi affrontati sono diversi, quello che ho trovato predominante è stato la vendetta e, in alcuni casi, l’inefficacia della morte per coloro di cui vogliamo ‘sbarazzarci’. La vendetta, che ho ritrovato sia in Father’s Day che in The crate e Something to tide you, non viene mai presentata nello stesso modo o con lo stesso significato: nel primo racconto (Father’s Day) il lettore si trova davanti ad una vendetta quasi ingiusta, che lo porta quasi a titubare dell’irreversibilità della morte; invece, in The crate e in Something to tide you il lettore si trova quasi ad implorare la vendetta e tirare un sospiro di sollievo nel momento in cui avviene.

Il racconto che più mi ha incuriosito è stato The lonesome death of Jordy Verrill: i disegni e i colori mi hanno incantata, la storia mi ha totalmente conquistata. In realtà, un po’ mi dispiace per Jordy Verrill, il cui unico sbaglio è stato quello di sognare con troppa cupidigia, ma come dice Zio Creepy “…non rifletteteci su troppo, ragazzi… il prossimo racconto del terrore ci sta già aspettando…”.

In conclusione, anche nel caso in cui non siate amanti del genere, non perdetevi quest’uscita terrificante (eh, eh!).



1 commento:

  1. Ricordo un Jordy Verrill interpretato proprio da Stephen King nel film di Romero. Finalmente è arrivato in Italia anche questo bellissimo volume!!

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