“In teoria quindi, penso, Maud dovrebbe disapprovare dei modi così grossolani, offensivi e brutali quali quelli di Rickard, ma dal momento che, per una ragione o per l’altra, lo ama, accetta anche la sua brutalità, la sua disumanità, e, quel che è peggio, quel che è veramente immorale: per lealtà, per amore, lascia che la sua ammirazione per la persona di Rickard inglobi anche i suoi lati deplorevoli, prende le parti di Rickard quando offende qualcuno, piuttosto che quelle dell’offeso, rinnega la sua precedente concezione di giustizia e di decenza; tutta la sua visione morale dev’essere distorta e asimmetrica. Già, le mogli degli antipatici aprono prospettive se possibile ancora più terrificanti sulla malvagità umana dei loro amici, mi ritrovo a pensare.”
Gli implacabili – I giochi della
notte, Stig Dagerman
Edito Iperborea
Costo 16,50€
I giochi della notte, pubblicato
due anni dopo Il serpente, raccoglie otto racconti estremamente vividi e
folgoranti, capaci di sollecitare e trasportare colui che li legge in atmosfere
e situazioni contorte, oniriche e – spesso – dolorose. In particolare, ogni
racconto porta con sé sia la testimonianza di crescita narrativa e stilistica che
un vero e proprio pezzo (pièce) dell’anima di Dagerman: sensibile,
attento e geniale.
Si passa dal sentirsi scossi e
addolorati realizzando quanto i bambini siano esposti – soprattutto agli orrori
ed errori della vita - e fragili (come emerge soprattutto nei racconti I
giochi della notte e Carne salata e cetrioli), al provare tenerezza per
le scene di quotidianità presentate in Nevischio, al sentirsi persi in
un sogno quasi spiacevole ed impressionante con L’albero dell’impiccato
e al ritrovare una situazione surreale in Lo sconosciuto. Probabilmente,
le caratteristiche principali di questa raccolta risultano essere l’incisività
e la chiarezza: in pochissime pagine e con pochissime parole Dagerman riesce a
delineare situazioni e personaggi estremamente complessi, portatori di quella
contraddittorietà tipica della vita, in modo accessibile e poco criptico
(grazie anche all’uso di figure che richiamano il senso del racconto stesso – Gli
implacabili con la presenza del cane al guinzaglio ne sono un esempio
calzante). Non mancano anche riferimenti interessanti, come il seguente: “Non
bastava che il Pubblico calpestasse la sua erba, consumasse le sue pietre,
rubacchiasse le sue rose, sporcasse i suoi sentieri, urinasse nella sua fonte. No,
voleva anche renderlo superfluo. Ora gli sarebbe passato accanto con un libro
in mano ridendogli apertamente in faccia, facendosi beffe della sua ignoranza
per concludere dicendo: Caro signore, non abbiamo più bisogno di lei. Adesso abbiamo
un libro. Può andarsene”. Non sembra di avere davanti l’abbozzo che Platone
ci consegna di Socrate? O almeno la critica nei confronti di coloro che suppongono
che la capacità di lettura equivalga al sapere (quando, al contrario, la
lettura è solamente la chiave)?
In conclusione, questa lettura portata avanti insieme al gdl #sentendodagerman in collaborazione con @francesco.sinisi è
stata una boccata d’aria fresca: scorrevole ed interessante.
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