domenica 19 settembre 2021

Mare aperto

“Sopra di voi stanno sospesi i rimasugli dell'estate, mentre lei descrive un'estate prima di conoscerti, che aveva passato a lavorare a Dublino. Un periodo in cui la città dava sensazioni diverse, nella quale riusciva a respirare stando lì. Che strano modo di dire, ricevere il permesso di respirare, pensi, dover chiedere l'autorizzazione per una cosa così naturale, che sta alla base della vita: è come se si dovesse chiedere l'autorizzazione per vivere. Cerchi di ricordarti le occasioni nelle quali non riuscivi a respirare, quelle in cui ogni inspirazione richiedeva uno sforzo, per cercare di superare il peso piantato sul lato sinistro del petto, per cercare di superare il peso di dover sapere come si fa a respirare qui...”
Mare aperto, Caleb Azumah Nelson

Edito Atlantide
Costo 16€

Mare aperto è un libro così poetico, ritmico e armonico da avvolgerti e traghettarti sulle sue note, catturando ed eliminando qualsiasi perturbazione domini la tua esistenza.
Sarebbe troppo riduttivo affermare che le sue 195 pagine esplorano l'intimità tra due esseri, perché - in realtà - è una storia che racconta il sentire umano nelle sue innumerevoli sfaccettature. È, soprattutto, una storia che parla - e alcune volte urla - il disagio e la sofferenza che si provano nel vivere non visti: “Un conto è essere guardati, un altro è essere visti”. Cosa si prova nell’essere Neri in un'Inghilterra profondamente razzista?
Chiediamolo a chiunque altro sia mai rientrato in un identikit: hai mai dovuto fingerti morto? Ti è mai capitato di non essere visto? Sei stanco?”.
Cosa si prova? E di conseguenza, quale sentimento si amalgama perfettamente alla tua vita quotidiana? Cosa diventa un tutt'uno con il tuo essere? La paura. Una paura sconfinata che ti martella la testa e ti porta a chiederti: sarai tu il prossimo? Sarai tu la prossima persona stesa a terra, inerme, mentre il sangue abbandona un corpo che spesso ti è sembrato essere non tuo?
Caleb Azumah Nelson ti porta a vivere sulla tua pelle stanchezza, dolore, panico, delusione, ma anche gioia, dolcezza e amore:
Perché, alla fine del tunnel c'è qualcosa capace di spodestare il panico: “Hai paura. Ma quando senti la musica e qualcosa, qualcosa ti prende, ti fa chiudere gli occhi, muovere i piedi, i fianchi, le spalle, dondolare la testa, ti scava dentro e ti invita a fare altrettanto, ti conduce, anche se solo per un attimo, verso qualcos'altro che non ha un nome, e non ne ha bisogno, che fai, lo metti in discussione? Oppure balli, anche se non conosci la canzone?”.
Mi auguro vi piaccia, buona lettura.


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