domenica 26 settembre 2021

La metà scomparsa

“Un corpo era fatto di epidermide, muscoli e nervi, ossa e sangue. Un corpo si poteva etichettare ma una persona no, e la differenza fra le due cose dipendeva da quel muscolo che abbiamo nel petto. Quell'organo amato, non senziente, inconsapevole, che non prova sentimenti ma continua a pompare, tenendoci in vita”.
La metà scomparsa, Brit Bennett

Edito Bompiani
Costo 19€ 


Se mi dovessero chiedere di descrivere La metà scomparsa con una sola parola, probabilmente impiegherei il termine ‘interessante’.
Interessante perché questo romanzo porta a ragionare sul colore della pelle da una prospettiva nuova, capace di demolire - in un attimo - qualsiasi rimasuglio delle teorie razziali pseudoscientifiche dei secoli scorsi. Bennett ambienta la sua storia a Mallard: un paesino popolato da persone dalla carnagione chiara ma comunque considerati neri (per via della loro discendenza non bianca). 
Ogni abitante della cittadina ha un retaggio troppo scuro per essere considerato un “vero” bianco, ma al contempo troppo chiaro per essere considerato un “vero” nero. In questo limbo vengono al mondo le sorelle (gemelle) Vignes (Stella e Desiree), che si muovono tra i due mondi (bianco-nero) in modo quasi opposto: Desiree abbracciando il suo essere nera, Stella sognando una vita da bianca.
È tra queste pagine che al lettore viene posta la fatidica domanda: cosa rende una persona nera, nera e una persona bianca, bianca? Il colore della pelle è la risposta ovvia. Ma, allora, cosa succede nel momento in cui la carnagione è a metà strada tra le due? 
Succede che i pregiudizi cadono a terra in frantumi: inutili. 
Eppure, per quanto abbia apprezzato i temi trattati (si parla anche di maternità, di violenza di genere e di transizione sessuale), ho trovato le 380 pagine di cui è composto questo libro, troppo “poche” per poter descrivere e caratterizzare appieno tutti i personaggi proposti. Di conseguenza, non sono riuscita a sentirmi pienamente parte di quest'opera, che ho trovato sotto altri aspetti valida.
In ogni caso, mi auguro vi faccia riflettere. Buona lettura.

giovedì 23 settembre 2021

La via dei Re

“«‘La mia famiglia viaggiò a Urithiru col metodo diretto, e mi stava attendendo da settimane quando arrivai. Non fui riconosciuto al cancello, poiché la mia criniera era diventata piuttosto folta senza un rasoio a domarla. Una volta rivelatomi, fui portato via, agghindato, nutrito, accudito e rimproverato precisamente in quell'ordine. Solo dopo che tutto questo fu finito mi venne finalmente chiesto il proposito del mio viaggio. Non avrei potuto semplicemente prendere la strada facile e comune per la città sacra?’» [...]
«‘Sì, avrei potuto viaggiare rapidamente. Ma tutti gli uomini hanno la stessa destinazione ultima. [...]
E così, la destinazione ha importanza? O ce l'ha il sentiero che prendiamo? Io dichiaro che nessun risultato ha la stessa importanza della strada usata per raggiungerlo. Noi non siamo creature di destinazioni. È il viaggio che ci forma. I nostri piedi callosi, le nostre schiene forti per aver portato il peso dei nostri viaggi, i nostri occhi aperti con la gioia recente di esperienze vissute’.»”

La via dei Re, Brandon Sanderson

Edito Fanucci
Costo 30€

Scrivo queste righe dopo aver concluso - già da qualche giorno - questo bellissimo mattone di 1137 pagine. L'ho iniziato con un po' di ingenuità, ovvero con la sola speranza di venire intrattenuta e coccolata; al contrario, mi sono ritrovata immersa in un mondo sapientemente costruito e in grado di regalare delle emozioni che non provavo dai tempi de Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco dello (zio) Martin. Perciò, lo consiglio caldamente a chi ha bisogno di una pausa ed allo stesso tempo di sentirsi stimolato e motivato.

Nel complesso, ho apprezzato particolarmente l'ottimismo di cui sono intrisi i personaggi di Sanderson: in un mondo (Roshar) profondamente classista e - in alcuni casi - chiuso, spesso impegnato in sanguinose guerre, il tocco incorporeo ed imprevedibile degli spren (*) è capace di restituire dignità e speranza.
Al di là dell'intreccio, estremamente interessante ed eccitante, in queste pagine ci sono dei passi stupendi, come quello riportato sopra. Probabilmente, è proprio questa la peculiarità della scrittura di Sanderson: in ogni capitolo si viene spronati a godersi il viaggio e a vivere ad ogni costo la propria esistenza, nonostante tutto e tutti.

L'unico difetto trovato è stato di natura narrativa: in alcuni momenti, ho avuto l'impressione che la narrazione fosse forzata, portata avanti solo per il lettore e non - al contrario - che si svolgesse indipendentemente da quest'ultimo. Il motivo è verosimilmente dovuto alla complessità dell'intreccio che rende difficile mantenere il passo con gli innumerevoli accadimenti. In ogni caso, ho davvero apprezzato questo mondo e non vedo l'ora di poter continuare la lettura. 

(*Spren: delle creature incorporee, molto comuni, spesso invisibili - decidono loro a chi mostrarsi, poco considerate e dotate di innumerevoli capacità e peculiarità. Vengono classificate proprio in base alle loro caratteristiche, ad esempio: i fiammaspren sono degli spren che si manifestano - vengono proprio attirati - nel momento in cui viene accesa una fiamma, i pioggiaspren quando piove e così via.)

domenica 19 settembre 2021

Mare aperto

“Sopra di voi stanno sospesi i rimasugli dell'estate, mentre lei descrive un'estate prima di conoscerti, che aveva passato a lavorare a Dublino. Un periodo in cui la città dava sensazioni diverse, nella quale riusciva a respirare stando lì. Che strano modo di dire, ricevere il permesso di respirare, pensi, dover chiedere l'autorizzazione per una cosa così naturale, che sta alla base della vita: è come se si dovesse chiedere l'autorizzazione per vivere. Cerchi di ricordarti le occasioni nelle quali non riuscivi a respirare, quelle in cui ogni inspirazione richiedeva uno sforzo, per cercare di superare il peso piantato sul lato sinistro del petto, per cercare di superare il peso di dover sapere come si fa a respirare qui...”
Mare aperto, Caleb Azumah Nelson

Edito Atlantide
Costo 16€

Mare aperto è un libro così poetico, ritmico e armonico da avvolgerti e traghettarti sulle sue note, catturando ed eliminando qualsiasi perturbazione domini la tua esistenza.
Sarebbe troppo riduttivo affermare che le sue 195 pagine esplorano l'intimità tra due esseri, perché - in realtà - è una storia che racconta il sentire umano nelle sue innumerevoli sfaccettature. È, soprattutto, una storia che parla - e alcune volte urla - il disagio e la sofferenza che si provano nel vivere non visti: “Un conto è essere guardati, un altro è essere visti”. Cosa si prova nell’essere Neri in un'Inghilterra profondamente razzista?
Chiediamolo a chiunque altro sia mai rientrato in un identikit: hai mai dovuto fingerti morto? Ti è mai capitato di non essere visto? Sei stanco?”.
Cosa si prova? E di conseguenza, quale sentimento si amalgama perfettamente alla tua vita quotidiana? Cosa diventa un tutt'uno con il tuo essere? La paura. Una paura sconfinata che ti martella la testa e ti porta a chiederti: sarai tu il prossimo? Sarai tu la prossima persona stesa a terra, inerme, mentre il sangue abbandona un corpo che spesso ti è sembrato essere non tuo?
Caleb Azumah Nelson ti porta a vivere sulla tua pelle stanchezza, dolore, panico, delusione, ma anche gioia, dolcezza e amore:
Perché, alla fine del tunnel c'è qualcosa capace di spodestare il panico: “Hai paura. Ma quando senti la musica e qualcosa, qualcosa ti prende, ti fa chiudere gli occhi, muovere i piedi, i fianchi, le spalle, dondolare la testa, ti scava dentro e ti invita a fare altrettanto, ti conduce, anche se solo per un attimo, verso qualcos'altro che non ha un nome, e non ne ha bisogno, che fai, lo metti in discussione? Oppure balli, anche se non conosci la canzone?”.
Mi auguro vi piaccia, buona lettura.


Gideon La Nona

“«Basta» sbottò la Reverenda Figlia, con la voce affilata come un rasoio. «Preghiamo.» Il silenzio scese sull’assemblea, come i lenti fiocch...