“«‘La mia famiglia viaggiò a Urithiru col metodo diretto, e mi stava attendendo da settimane quando arrivai. Non fui riconosciuto al cancello, poiché la mia criniera era diventata piuttosto folta senza un rasoio a domarla. Una volta rivelatomi, fui portato via, agghindato, nutrito, accudito e rimproverato precisamente in quell'ordine. Solo dopo che tutto questo fu finito mi venne finalmente chiesto il proposito del mio viaggio. Non avrei potuto semplicemente prendere la strada facile e comune per la città sacra?’» [...]
«‘Sì, avrei potuto viaggiare rapidamente. Ma tutti gli uomini hanno la stessa destinazione ultima. [...]
E così, la destinazione ha importanza? O ce l'ha il sentiero che prendiamo? Io dichiaro che nessun risultato ha la stessa importanza della strada usata per raggiungerlo. Noi non siamo creature di destinazioni. È il viaggio che ci forma. I nostri piedi callosi, le nostre schiene forti per aver portato il peso dei nostri viaggi, i nostri occhi aperti con la gioia recente di esperienze vissute’.»”
La via dei Re, Brandon Sanderson
Edito Fanucci
Costo 30€
Scrivo queste righe dopo aver concluso - già da qualche giorno - questo bellissimo mattone di 1137 pagine. L'ho iniziato con un po' di ingenuità, ovvero con la sola speranza di venire intrattenuta e coccolata; al contrario, mi sono ritrovata immersa in un mondo sapientemente costruito e in grado di regalare delle emozioni che non provavo dai tempi de Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco dello (zio) Martin. Perciò, lo consiglio caldamente a chi ha bisogno di una pausa ed allo stesso tempo di sentirsi stimolato e motivato.
Nel complesso, ho apprezzato particolarmente l'ottimismo di cui sono intrisi i personaggi di Sanderson: in un mondo (Roshar) profondamente classista e - in alcuni casi - chiuso, spesso impegnato in sanguinose guerre, il tocco incorporeo ed imprevedibile degli spren (*) è capace di restituire dignità e speranza.
Al di là dell'intreccio, estremamente interessante ed eccitante, in queste pagine ci sono dei passi stupendi, come quello riportato sopra. Probabilmente, è proprio questa la peculiarità della scrittura di Sanderson: in ogni capitolo si viene spronati a godersi il viaggio e a vivere ad ogni costo la propria esistenza, nonostante tutto e tutti.
L'unico difetto trovato è stato di natura narrativa: in alcuni momenti, ho avuto l'impressione che la narrazione fosse forzata, portata avanti solo per il lettore e non - al contrario - che si svolgesse indipendentemente da quest'ultimo. Il motivo è verosimilmente dovuto alla complessità dell'intreccio che rende difficile mantenere il passo con gli innumerevoli accadimenti. In ogni caso, ho davvero apprezzato questo mondo e non vedo l'ora di poter continuare la lettura.
(*Spren: delle creature incorporee, molto comuni, spesso invisibili - decidono loro a chi mostrarsi, poco considerate e dotate di innumerevoli capacità e peculiarità. Vengono classificate proprio in base alle loro caratteristiche, ad esempio: i fiammaspren sono degli spren che si manifestano - vengono proprio attirati - nel momento in cui viene accesa una fiamma, i pioggiaspren quando piove e così via.)
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