“- Dove gliele hanno tagliate le
ali?
- Non lo so. E per la verità,
nessuno ha mai cercato di scoprirlo.
- E l’altro, quello di agosto?
- Era appeso per il collo a quell’albero
– disse, indicando una grossa quercia sull’altra sponda del lago. – Prima l’hanno
crocefisso e poi gli hanno tagliato le ali.
- Ma sta scherzando?
- Non scherzo affatto, le
assicuro.
- E nessuno ha visto niente?
- No.”
Red Riding Quartet (1974), David
Peace
Edito Il Saggiatore
Costo 45€
Red Riding Quartet è un unico volume
comprendente un ciclo di quattro romanzi, 1974, 1977, 1980 e 1983, ambientati nell’Inghilterra
degli anni 1974-1983 (gli stessi che danno il titolo a ciascun libro); in
particolare, l’intera raccolta vede come protagonista uno Yorkshire primitivo,
decadente, umido, infernale, perverso e oscuro, che nonostante tutto si preannuncia
magnetico: lo Yorkshire ci chiama, citando il primo capitolo del primo
volume.
La mia attenzione, in questo preciso
momento, vuole focalizzarsi sul primo romanzo della tetralogia: 1974.
La narrazione incalzante, adrenalinica
e disorientante alternata da una più seria, calma e riflessiva consente la
costruzione di un romanzo articolato su più livelli: uno contorto, spesso
indecifrabile e folle e un altro più lineare, ragionevole ed ordinario. L’impressione
è quella di trovarsi costantemente sbalzati da un mondo all’altro, esattamente
come in Alice nel Paese delle Meraviglie o ne Il Mago di Oz: la
perversione umana funge da tornado e spazza via, anche nel tipo di narrazione, qualsiasi
traccia di lucidità e controllo.
Nello specifico, nelle 317 pagine che
caratterizzano 1974, la perversione umana emerge all’inizio sotto le sembianze
di un delitto mostruoso, brutale e devastante; ma ben presto, l’intreccio diventerà
sempre più contorto e destabilizzante: depravazione, corruzione ed egoismo
diventeranno facce della stessa medaglia e nessuno sarà più in grado di separarle
e considerarle singolarmente.
Ciò che emerge, oltre alla sempre
maggiore familiarità con cui viene accolta la follia, è la sensazione che non
ci sia scampo o speranza: le ali non vengono tarpate, strappate e massacrate
solamente ai cigni, le ali vengono sottratte anche a tutti coloro che non si
inchinano, non si adattano e non si rendono complici di un sistema violento ed
insensibile. Naturalmente, in questo sistema, la diversità non è contemplata:
ecco l’affiorare in sottofondo di un’Inghilterra razzista, omofoba, sessista e
disonesta.
Un romanzo unico, spesso agghiacciante
ma favoloso.
Mi auguro vi piaccia, io spero di
poterne continuare la lettura nelle prossime settimane.
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