lunedì 12 dicembre 2022

Vorrh

"I giovani se ne sono andati in città e all'estero come schiavi. Scavano sottoterra in cerca di fossili sopportando il caldo torrido per conto di altri. Vivono in baracche velenose, molti si ammalano di cancro per le sostanze chimiche. Sono automi incatenati dall'industria a cui non serve un'identità, una lingua o una famiglia. I risparmi vengono contati per pagarsi la fuga. Alcuni tornano nei campi per aiutare i vecchi e gli infermi a sollevare il secchio ammaccato e la zappa; altri cercano di tornare come principi, comprano case costose e anonime nei villaggi fatiscenti in cui sono nati. Falliranno, e i loro figli e la terra gli si rivolteranno contro aumentando la stanchezza già vibrante. I solchi strascicati dei loro sforzi si cancellano sotto i miei passi mentre attraverso le poche vestigia rimaste della comunità."

Vorrh, Brian Catling

Edito Safarà Editore

Costo 25€

Un arco e una freccia, ricavati dai tendini e dai muscoli di una veggente nata nel cuore dell'Africa e da poco defunta, fremono e indicano inesorabilmente - a colui che li impugna - il nucleo di una foresta africana antica, viva, senziente, misteriosa e, per lo più, inaccessibile al genere umano: il Vorrh.
Ai margini di quest'ultimo, si profila una città - denominata Essenwald - edificata e controllata dai coloni britannici, con l'obiettivo di consentire e facilitare il disboscamento di una parte di esso.
In questo territorio, conteso tra i nativi che ribadiscono la sacralità della regione e i coloni alla ricerca di qualsiasi mezzo utile per aumentare la produzione di legname, confluiscono personaggi imprevedibili, inverosimili e ambigui: un ciclope allevato da macchine di bachelite (i Klin), un fotografo* vuoto e malato, un antico guerriero oppostosi al colonialismo, una donna cieca che riacquista miracolosamente la vista, l'Adamo biblico che avrebbe trovato rifugio al centro della foresta e i Limboia, coloro che hanno perso consapevolezza di sé per essere stati troppo tempo a contatto con il Vorrh. 

*"Edward Muggeridge era un uomo vuoto. Era nato così. Una macchina fotografica senza diaframma. Chiuso in se stesso nella speranza che nessuno intuisse la massa buia che si agitava dentro di lui. Faceva di tutto per trasmettere un ritratto preciso di sé, cambiando la propria lastra se era convinto di aggiungere dignità e solennità alla sua persona."

Ciascuno di essi è attratto dal fitto groviglio di piante che si estende oltre i confini della città e, proprio da ciò, si evince quale sia la vera protagonista del racconto: un'essenza sconosciuta, che risiede nel fitto bosco ed è in grado di penetrare nelle menti degli esseri umani, confondendo e alterando lo spazio e il tempo e rendendo così impossibile la sua conquista. L'unico punto di contatto tra tale essenza e l'uomo, sembrano essere i Limboia: all'apparenza confusi, ottusi e privi di volontà, si risvegliano e riacquistano interesse alla vista di feti abortiti o nati morti.
Inaspettatamente, attraverso il tocco di questi esseri, verrà alla luce l'Orm:

"L'Orm viveva e operava tra i Limboia. Si trovava a suo agio nella loro vacuità, si nascondeva nella loro assenza al punto che nessuno sapeva cosa fosse: quando era necessario il suo intervento, veniva inviato un messaggio a tutti loro. [...] Dicevano che il suo cervello fosse nero e duro come granito, a differenza della poltiglia che si agitava nel cranio grande come una noce degli altri Limboia".

Vorrh si dimostra essere, così, un romanzo polifonico capace di inglobare elementi surreali, che invitano il lettore ad abbandonare la comune esperienza sensoriale e ad adottarne una nuova, più profonda e più sensibile ad altri aspetti del reale: "La vista la faceva sentire sola, e prima non lo era mai stata". 





 

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