“Feci questo lavoro, a poco a poco, con Mandel'stam, che aveva mutato all'improvviso atteggiamento verso i propri manoscritti e le proprie carte. Prima non ne voleva sentir parlare e se la prendeva sempre con me perché, invece di distruggerli, li avevo gettati nel bauletto che mia madre aveva comprato all'estero.
Ma, dopo la perquisizione, aveva capito che era più facile conservare un manoscritto che un uomo e aveva smesso di confidare nella memoria la quale, come tutti sanno, muore insieme con l'uomo.”
Speranza contro Speranza, Nadežda Jakovlevna Mandel'štam
Edito Edizioni Medhelan
Costo 28€
La lettura di ‘Speranza contro Speranza’ è riuscita a creare un ‘prima’ e un ‘dopo’ nella mia persona. A quasi un anno di distanza, posso collocare l'opera tra le migliori letture della mia vita. I motivi vanno ricercati, non solo penna poetica di Nadežda Jakovlevna Mandel'štam, ma soprattutto nel bisogno di rispondere alla sopraffazione e al senso di impotenza con cui ci allattano sin da neonati. Nadežda Mandel'štam risponde in maniera impeccabile non solo a Stalin, ma anche ai Trump e i Netanyahu di oggi.
Nadežda Mandel'štam non risponde solo per se stessa e suo marito, risponde per chiunque si ritrovi davanti al gelido vento della censura e del totalitarismo.
Gli spunti di riflessione proposti dalle Memorie riportate sono innumerevoli. Tra questi, un dubbio mi perseguita da mesi: quanto tempo è necessario per abbattere un albero? Quanto per abbattere un uomo?
Cosa distingue una pianta considerata infestante da un uomo considerato scomodo? La tanto elogiata intelligenza della specie umana, quella che in un mondo antropocentrico le consente di ergersi su tutto e tutti, è sufficiente?
Se si analizza attentamente la procedura necessaria per isolare, umiliare, controllare e affamare un essere umano, le analogie con la pratica del disboscamento sono lampanti.
Punto primo: pianificazione e studio dell'area. Identificazione degli alberi più giovani (o, traslato alla specie umana, degli individui più fragili);
Punto secondo: preparazione del sito con l'arrivo dei macchinari in sede e con le prime operazioni di drenaggio dell'area (o, traslato alla specie umana, con le prime perquisizioni);
Punto terzo: abbattimento vero e proprio basato su tecniche selettive o abbattimento totale (o, traslato alla specie umana, esilio o carcere);
Punto quarto: rimozione del materiale di scarto attraverso roghi controllati o mezzi meccanici (o, traslato alla specie umana, la necessità di bloccare ogni nuovo riferimento all'individuo in questione);
Punto quinto: conversione dell'uso del suolo (o, traslato alla specie umana, sostituzione con individui che sappiano esattamente cos'è accaduto ai precedenti e, dunque, non commettano i loro stessi errori).
Chi stramazza prima al suolo?
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