“«Basta»
sbottò la Reverenda Figlia, con la voce affilata come un rasoio. «Preghiamo.»
Il silenzio scese sull’assemblea,
come i lenti fiocchi cadenti di polvere fosforescente. […] L’inno delle
orripilanti prozie terminò con una nota acuta e vibrante che si disperse a mezz’aria,
senza attenuarsi; Harrow chinò il capo e così fecero i suoi genitori,
dimostrando la loro simultanea obbedienza. Le prozie abbassarono la testa verso
il torace; Aiglamene e Cruz le imitarono a ruota. Gideon alzò lo sguardo verso
il soffitto, accavallò le caviglie cambiando gamba e scacciò con un battito di
ciglia i detriti luminescenti che le erano finiti negli occhi.
«Prego per il sepolcro, che resti sigillato in
eterno» recitò Harrowhark, con l’insolito fervore che dimostrava sempre nelle
invocazioni. «Prego per la roccia, che non venga mai scostata. Prego per quel
che è sepolto, che rimanga sepolto, inerte, in perpetuo riposo, l’occhio chiuso
e il cervello immoto. Prego che viva e prego che dorma… […]»
Pregarono tutti perché
così fosse, in un gran sbatacchiare d’ossa.”
Gideon La Nona, Tamsyn Muir
Edito Mondadori
Costo 15€
C’erano una volta, in un
Universo lontano lontano, Nove pianeti e, a rivendicarne la proprietà, Nove
Casate di Necromanti.
Ogni casata era assegnata
ad un particolare tipo di pianeta, specializzata in una particolare arte
necromantica e posta sotto la guida dell’Imperatore, un essere immortale e
asceso a divinità.
Uno dei nove corpi
celesti, sebbene povero, trascurato e arido, venne incaricato sin dalla sua
fondazione di svolgere un compito scabroso: custodire e tenere sigillato il
corpo del principale nemico dell’Imperatore.
Diecimila anni dopo, il pianeta
ospitante la Nona Casa potrebbe essere definito immutato e così anche la sua
popolazione: da circa diciotto anni non nascono più bambini e l’età media è
estremamente alta. Inalterato è anche il caposaldo della casata: nessuno può e
deve aprire la Tomba Sigillata. Tutto sommato, tra prozie scricchiolanti, tornei
necromantici e navicelle spaziali esplosive (letteralmente), chi mai potrebbe ricordarsi
della sua esistenza e accedervi?
Un applauso (anche da mia
prozia) a Tamsyn Muir per aver sviluppato un libro folle, ironico, oscuro e sorprendente.