“Eppure ciò che l'umanità sognò nel suo cammino, ciò che attraverso gli occhi di Atteone vide nei suoi sogni diurni, fino a immaginare gli occhi stessi di Atteone, giunge fino a noi come da distanze siderali la luce di costellazioni spente per sempre: è dentro di noi che adesso sfavilla l'astro deflagrato, nelle tenebre della nostra memoria, nella vasta notte costellata che portiamo nel cuore ma che fuggiamo nelle nostre fallaci vite diurne”.
Il bagno di Diana, Pierre Klossowski
Edito @adelphiedizioni
Costo 16€
Le origini del mito di Artemide (
Diana per i romani) sono incerte. Per tale motivo, oltre alla tradizione riportata da
Omero (che insiste sull’aspetto virginale della dea), se ne affiancano altre, come quella riportata da
Eschilo (in cui verginità fecondabile e maternità coesistono in equilibrio nella stessa figura); cosicché, queste modalità di concepire la dea, nel tempo si sono fuse tra loro e hanno dato vita all’Artemide che conosciamo noi oggi: contemporaneamente
vergine-madre (infatti, è anche divinità protettrice delle partorienti), tenebra e luce, nutrice e creatura bestiale, cacciatrice e dea che non si nutre delle sue prede, ma che al contrario sente il bisogno di ripulirsi dal sangue versato e dai bisogni terrestri. In quest’opera, la sua dualità, o meglio
molteplicità, viene esplorata, analizzata e messa a nudo e ciò che emerge è sorprendente: per me Artemide in queste pagine è diventata l’essenza stessa della vita, della femminilità e della libertà. Ho trovato il suo percorso come divinità, all’inizio solo custode della verginità e poi molto di più, affine al percorso di crescita di ogni donna, o essere umano, in questo mondo: alla nascita ci costringiamo o veniamo costrette a coltivare solo uno dei nostri tanti aspetti, maturando realizziamo di poter nutrire contemporaneamente tutti gli ossimori di cui siamo portatrici. Artemide è riuscita, nel corso dei secoli, ad essere
libera: libera di sentirsi pura, spietata, materna, sensuale, afferrabile, inafferrabile, profonda e semplice. Sono affascinata dalla ricchezza di questo mito e dal messaggio che furtivamente porta con sé.
Il bagno di Diana cela in sé la possibilità di poter essere altro senza bisogno di giustificazioni. Il mio consiglio, per una migliore comprensione dell'opera, è di leggere prima i
Chiarimenti presenti a partire da pagina 101 e solo successivamente affrontare la lettura del testo. In conclusione, vorrei incitare i lettori a
ricercare in Diana ciò di cui si ha bisogno; io stessa mi sono discostata, durante la lettura, da alcune modalità di concepire la dea sviluppate da
Klossowski nell'opera, ma lo ringrazio per avermi dato da pensare. Spero vi piaccia!
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