“D’un tratto, una qualche forza sconosciuta l’aveva colpito nel petto, nel fianco, gli aveva fatto mancare il respiro ancora di più, l’aveva fatto sprofondare nel buco e là, alla fine del buco, qualcosa aveva brillato. Gli era successo quel che succede quando si viaggia nel vagone di un treno, quando si pensa di andare avanti e invece si va indietro, e d’un tratto ti accorgi della direzione del viaggio. “Sì, è stato tutto sbagliato,” si era detto, “ma non fa niente. Si può, si può fare qualcosa di giusto! Ma cosa?””
La morte di Ivan Il’ič, Lev
Tolstoj
Edito Feltrinelli
Costo 8€
Cosa fa più paura: ritrovarsi ad
assaporare le ultime gocce della propria concentrata esistenza, realizzando di non
aver colto il senso della vita, o non avere nessuno accanto che ci sposti le
tende dalla finestra e ci consenta di osservare l’ultimo tramonto, l’ultimo
volo instancabile di un moscerino indaffarato – al cui confronto siamo quasi immortali
– e l’ultima foglia caduta dal nostro albero del cuore?
Ma alla fine, qual è davvero il
senso della vita? Come possiamo affermare di aver sbagliato nel viverla? Soprattutto
negli ultimi istanti, non dovremmo perdonare noi stessi e accettare i nostri
errori, la nostra cecità e la nostra confusione? Come potevamo prevedere ciò
che ora ritroviamo ai piedi del nostro letto? Perdono, sia per ciò che abbiamo
stretto fin troppo che per ciò che abbiamo dimenticato. Così, ho apprezzato Ivan
Il’ič
soprattutto nella seconda metà dell’opera, quando capisce di essere tornato
bambino, di quanto amore e attenzioni abbia bisogno un essere umano e di quanto
la psiche governi il nostro corpo: “Il dolore non diminuiva; ma Ivan
Il’ič
faceva degli sforzi su se stesso per costringersi a pensare di star meglio. E riusciva,
perfino, a ingannare se stesso, se non c’era niente che lo turbava.”. Ivan
Il’ič
– in queste pagine - scopre di essere fragile, di non avere più le forze di proteggersi
dagli assalti esterni, eppure ritrova conforto e sostegno nella figura di Gerasim
e, forse, questo alla fine lo salva e gli consente di lasciare questo mondo in
pace.
Mi auguro vi faccia riflettere. Ringrazio @lettura.nostalgica per il GdL da lui creato. Buona lettura.
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