lunedì 10 maggio 2021

Shantaram

 “Il mantello del passato è fatto con il tessuto delle emozioni della nostra vita e cucito con i fili enigmatici del tempo. In genere non possiamo fare altro che avvolgercelo attorno alle spalle per trarne conforto, o trascinarcelo dietro mentre ci sforziamo di proseguire il nostro cammino. Ma tutto ha una causa e un senso. Ogni vita, ogni amore, ogni azione, ogni emozione e pensiero hanno una ragione e un significato. E a volte riusciamo a vederli. A volte vediamo il passato con tale chiarezza, e le parti che lo compongono ci appaiono con tale limpidezza che ogni cucitura del tempo rivela il suo scopo, il messaggio che contiene. Nella vita di ognuno di noi – poco importa che sia vissuta nell’abbondanza o nella miseria – nulla porta più conoscenza del fallimento, e più chiarezza del dolore. E nella minuscola, preziosa saggezza che otteniamo, quei nemici temuti e odiati – dolore e fallimento – hanno diritto e ragione di esistere.”

 Shantaram, Gregory David Roberts

 

Edito Neri Pozza

Costo 23

 

Le 1174 pagine che compongono quest’opera sono ispirate esclusivamente ad una piccola parte dell’esistenza del suo autore, Gregory David Roberts, eppure sono sufficienti a comunicare al lettore quanto la vita possa essere allo stesso tempo imprevedibile, bella, soffocante, dolce, violenta, insensibile ed emozionante. Sono rimasta stupefatta una volta realizzato l’immenso fondo di verità presente nelle vicende narrate e, ancor di più, davanti ai sentimenti che mi sono stati trasmessi: speranza e redenzione. Alla fine e nonostante tutto, la vita, il caso, la disperazione o il destino ci consentono sempre di andare avanti e di ricominciare; forse, siamo solo noi esseri umani ad avere difficoltà nel perdonare, nel capire i momenti di sofferenza altrui e nel cercare di lenire quel senso di vuoto che annulla tutto, anche la nostra stessa esistenza.

Così, tra i monsoni e il caldo umido di Bombay, impariamo a conoscere Lin e il suo bisogno di salvezza, Prabaker e il suo immancabile sorriso, Khaderbai e il suo Universo che tende alla Complessità Suprema e molti altri; e pian piano, realizziamo quanto sia più appropriato conoscerli attraverso le relazioni che intercorrono tra loro, piuttosto che come individui singoli: ho capito veramente Lin e Prabaker nel momento in cui ho osservato la grandissima e genuina amicizia che li legava. È proprio grazie al loro legame e all’entrata di Lin in uno dei molti slum (baraccopoli di Bombay) che si toccano con mano la dignità, la fratellanza e l’affetto che risiedono nella povertà e nell’umanità spogliata del superfluo. Non so descrivere con esattezza ciò che provo, perciò mi avvalgo di un estratto: “Mi si spezzò il cuore per la vergogna e il dolore. Seppi quanta sofferenza era in me, e quanto poco amore. Alla fine seppi quanto ero solo. Ma non potevo reagire. La mia cultura mi aveva insegnato bene le cose sbagliate. Perciò rimasi immobile, senza la minima reazione. L’anima non ha cultura. L’anima non ha nazione. L’anima non ha colore, accento, stile di vita. L’anima è per sempre. L’anima è una. E quando il cuore prova un momento di verità e di dolore, l’anima non sa restare immobile. Strinsi i denti sotto le stelle. Chiusi gli occhi. Mi abbandonai al sonno. Uno dei motivi per cui abbiamo un terribile bisogno d’amore, e lo cerchiamo disperatamente, è perché l’amore è l’unica cura per la solitudine, la vergogna e la sofferenza. Ma alcuni sentimenti si nascondono così profondamente nel cuore che solo la solitudine può aiutarti a ritrovarli. Alcune verità sono così dolorose che solo la vergogna può aiutarti a sopportarle. E alcune circostanze sono così tristi che solo la tua anima può riuscire a urlare di dolore”.

Ecco chi è Shantaram. Shantaram, uomo della pace di Dio, è colui che affiora una volta superati dolore, vergogna, rabbia e angoscia.

Concludo consigliando, prima di affrontare la lettura, di spulciare un pochino la biografia dell’autore e di arrivare sino alla fine prima di esprimere qualsiasi giudizio (all’inizio alcuni ragionamenti o riflessioni possono sembrare banali o non condivise). Vi auguro una buona lettura.




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