La collana The Passenger si profila come “una raccolta di inchieste, reportage letterari e saggi narrativi che formano il ritratto della vita contemporanea di un luogo, reale o astratto, esteso o circoscritto che sia”. Il volume in questione permette al lettore di esplorare, attraverso vari punti di vista, l’ammasso di stelle, pianeti, satelliti e asteroidi che galleggiano sopra la nostra testa e sono dimostrazione della complessità del sistema in cui viviamo. I motivi che mi spingono a definire sublime questa raccolta sono molteplici: dalle firme di alcuni articoli (come Lauren Groff e Paolo Giordano) alla presenza di grafici, schemi e illustrazioni che rendono l’Universo accessibile a tutti. In aggiunta, con le sue 191 pagine, The Passenger – Spazio esplora il cosmo sia dal punto di vista scientifico che dal punto di vista etico; questo lo rende estremamente originale, affascinante ed intrigante.
L’Universo, infatti, non è solo una
coesistenza di vuoto – quasi mai assoluto – e materia, non è solo scienza, è bensì un luogo dove
proiettare i propri sogni, le proprie ambizioni o le proprie idee (quasi una
sorta di Hyperuránios, l’Iperuranio platonico); di conseguenza, risulta
doveroso chiedersi: quali sono queste idee? Quali gli obiettivi?
Lauren Groff, scrittrice statunitense, in La notte, il sonno, la morte e le stelle si domanda chiaramente: “È giusto delegare il nostro futuro all’egoismo di un paio di miliardari presuntuosi?”
E questa, probabilmente, è solo una delle domande più complesse, audaci e difficili da porre a se stessi. Perché, in realtà, è naturale che i propositi, le convinzioni e gli insegnamenti cambino e si modifichino da persona a persona; è, così, inevitabile chiedersi: che umanità troverà posto su Marte o su altri pianeti ipoteticamente abitabili? Chi avrà l’opportunità di ricostruire una Terra 2.0? Quali i pilastri etici e morali su cui si fonderà?
Alcune opere fantascientifiche o
distopiche, citate anche nel volume in questione, quali Dune o Il
racconto dell’ancella, hanno già fronteggiato tematiche spinose e
non così lontane dal nostro presente: l’importanza di materie prime essenziali per la vita, il
ruolo che la religione potrebbe nuovamente ricoprire nella società umana o la
mercificazione del corpo umano sono solo degli esempi; riusciremo a non commettere
gli stessi errori?
Una delle frasi che più mi hanno colpito, presente nell’articolo L’ottavo continente di Rivka Galchen, è la seguente: “Siamo meschini e ci comportiamo male sulla Terra; saremo meschini e ci comporteremo male nello spazio”. Difatti, diverse volte, concentrati sul nostro bisogno di cambiamento, dimentichiamo di essere portatori e di coesistere con tantissimi microrganismi, quali funghi e batteri (simbionti o saprofiti), ma non solo: dimentichiamo di essere anche veicolo di tantissimi comportamenti tossici, egoisti e spregevoli. Come fare per arginarli ed equilibrarli ai nostri pregi?
Altre volte, invece, sempre focalizzati sul nostro bisogno di cambiamento, non intuiamo quanto possa essere difficile rincominciare da capo, dimenticando quanto sforzo e sudore abbia richiesto il posto che attualmente occupiamo.
La domanda che, ultimamente e
sempre più frequentemente, pongo a me stessa è la seguente: ci verrà concesso,
in un nuovo pianeta, di non essere esclusivamente dei corpi utili per la
riproduzione della specie? Riusciremo a portare nei nostri bagagli i diritti e
le libertà acquisite con fatica e più fragili di una tazza di porcellana?
The Passenger – Spazio fornisce
gli strumenti per poter, almeno in parte, iniziare a rispondere a queste
domande. Buona lettura.
Ringrazio di cuore Iperborea per la copia.
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