“Mi manca la fede e non potrò mai, quindi, essere un uomo felice, perché un uomo felice non può avere il timore che la propria vita sia solo un vagare insensato verso una morte certa. Non ho ereditato né un dio né un punto fermo sulla terra da cui poter attirare l’attenzione di un dio. […] Non oso dunque gettare pietre sulla donna che crede in cose di cui io dubito o sull’uomo che venera il suo dubbio come se non fosse anch’esso circondato dalle tenebre. Quelle pietre colpirebbero me stesso, perché di una cosa sono convinto: che il bisogno di consolazione che ha l’uomo non può essere soddisfatto.”
Il nostro bisogno di consolazione,
Stig Dagerman
#sentendodagerman nasce dal
bisogno di ritrovare se stessi attraverso le pagine di capolavori quali Il
nostro bisogno di consolazione e Il serpente.
Stig Dagerman, nato in Svezia nel
1923 e morto suicida nel 1954, impregna le sue opere di una sensibilità e di
una visione del mondo difficile da dimenticare o da ritrovare in testi attuali.
Alcuni lo considerano il «Camus svedese», altri lo paragonano a Kafka: tutti, però, riconoscono
la sua incisività e il suo mettere a nudo l’angoscia, la disperazione e la
bestialità umana.
Il sentire è ciò che sta alla
base di questo gruppo di lettura: quanto spesso sentiamo ardentemente il
mondo? Quanto spesso, guardandoci allo specchio, ritroviamo nei nostri occhi
una sensibilità immensa che ci espone e ci rende nudi?
Unitevi a noi, da giugno a dicembre (o
anche solo per un mese), per scoprire un “anarchico viscerale cui ogni
sistema va stretto, militante sempre dalla parte degli offesi e degli umiliati […]”.
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