“Oh, se era un osso duro, Scrooge! Un vecchio peccatore ferace, rapace, vorace, tenace, pugnace ed esigente! Duro affilato come una pietra focaia dalla quale nessun acciaio aveva mai scoccato una scintilla di generosità; chiuso e sigillato e solitario come un’ostrica. Il freddo che aveva dentro gli congelava il volto vecchio, gli strizzava il naso puntuto, gli avvizziva le guance, gli irrigidiva il passo; gli faceva gli occhi rossi, le labbra sottili blu; e parlava scaltro nella sua voce graffiante. Aveva un orlo di brina sulla testa, sulle sopracciglia e sul mento aguzzo. Portava sempre con sé la sua bassa temperatura; nei giorni della canicola gli ghiacciava l’ufficio; e a Natale non lo scaldava di un grado in più. Il caldo e il freddo là fuori avevano scarsi effetti su Scrooge. Nessun tepore lo poteva scaldare, nessun gelo invernale poteva raffreddarlo. Non c’era vento più aspro di lui, non c’era neve che scendesse dal cielo più ostinata, non c’era pioggia battente meno disposta ad ascoltare suppliche. Il maltempo non sapeva come comportarsi con lui. La pioggia, la neve, la grandine e il nevischio più fitti potevano vantare di batterlo solo in un senso, ovvero che loro spesso cadevano abbandonati, Scrooge mai.”
Canto di
Natale, Charles Dickens (tradotto da Beatrice Masini ed illustrato da Iacopo Bruno)
Edito
Rizzoli
Costo 20€
Il Natale, sebbene mantenga sempre il medesimo posto sul calendario, non è mai uguale a se stesso. Ci sono anni in cui lo si osserva arrivare di soppiatto ai primi di ottobre, altri in cui arriva improvvisamente verso la fine di novembre e altri ancora in cui, anche se a dicembre inoltrato, si fa fatica a sentirlo e ritrovarlo. Quest’anno, stressante sotto molti punti di vista, è possibile che lo spirito gioioso, che ha assiduamente accompagnato i nostri Natali passati, si perda nello spazio che intercorre tra mille diversi pensieri. Così, benché non esista una regola universalmente riconosciuta, risulta quasi un dovere cercare di stemperare la tristezza o l’angoscia: Canto di Natale, in questa incantevole edizione, si presta benissimo a tale impresa. È, infatti, grazie alla storia elaborata da Dickens, tradotta da Beatrice Masini ed illustrata da Iacopo Bruno che si può riflettere attentamente sul vero significato di tale festa, anche per i non credenti. Questo è davvero il periodo dell’anno in cui, con tutte le nostre forze, dobbiamo cercare di aggrapparci alla serenità e al calore; non solo per coloro che ci circondano, ma soprattutto per noi stessi: per il nostro Io del presente e per il nostro Io del futuro.
Riportando
un passo del libro:
“«Natale
una sciocchezza, zio?» disse il nipote. «Sono sicuro che non dici sul serio.» «Invece
sì» disse Scrooge. «Felice Natale! Che diritto hai di essere felice? Che motivo
hai di essere felice? Sei povero» «Su, su» disse allegro il nipote. «Che
diritto hai di essere triste? Che motivo hai per essere infelice? Sei ricco.»”
È con il
cuore in mano che scrivo di questo volume e cerco di capire cosa più mi abbia commosso,
se il dolore vissuto dallo Scrooge bambino o la forza con cui la famiglia
Cratchit affronta l’esistenza. In queste 106 pagine c’è molto da cui prendere
esempio, anche a 23 o 46 o 69 anni. Vorrei davvero un mondo popolato da tanti
Bob Cratchit che si inchinano e amano coloro che più hanno bisogno, proprio
come Mini Tim. Inoltre, sono orgogliosa del percorso intrapreso da Scrooge, del
suo ammettere l’errore e cercare di rimediare, vincendo così la paura del
rifiuto. È proprio in questo che risiede la bellezza dell’opera: tutti noi, per
i motivi più disparati (l’animo umano è complesso e alcune volte, stanco del
dolore, può scegliere la via dell’apatia e della freddezza), potremmo
ritrovarci a rifiutare di donare un gesto gentile, un tocco delicato o un
semplice sorriso; ecco che, attraverso Scrooge, possiamo ritrovare la strada
maestra, abbandonare l’orgoglio o l’apatia e ritrovare piacere nella
condivisione. Canto di Natale è un capolavoro che, grazie all’unione
di elementi gotici ad elementi socialmente didattici, può essere letto in
qualsiasi momento della nostra vita. In aggiunta, le figure che prendono vita
durante la lettura riescono ad incantare anche l’animo più cinico: “«Io sono
il Fantasma del Natale Presente» disse lo Spirito. «Guardami!» Scrooge lo fece
con grande reverenza. Indossava una semplice tunica, forse un manto verde scuro
orlato di pelliccia bianca. La veste gli si posava così sciolta sul corpo che l’ampio
petto era scoperto, come se disdegnasse di essere riparato o nascosto. I piedi,
che spuntavano sotto le ampie pieghe della veste, erano pure scalzi e sulla
testa portava a mo’ di unico copricapo una ghirlanda di agrifoglio punteggiata
qua e là da ghiaccioli scintillanti. I ricci scuri erano lunghi e liberi:
liberi come il volto allegro, lo sguardo sfavillante, la mano aperta, la voce
gioiosa, l’espressione spontanea, e l’aria lieta. Attorno alla vita portava un
antico fodero privo di spada, e la vecchia guaina era divorata dalla ruggine.”
È questo
lo Spirito che più mi ha colpito: nonostante sia consapevole della brevità
della sua esistenza (“Un’altra cosa era strana: mentre Scrooge restava
immutato nella sua forma esteriore, il Fantasma diventava più vecchio. Visibilmente
più vecchio […] «La vita di uno Spirito è così breve?» chiese. «La mia vita su
questa terra è molto breve» rispose il Fantasma. «Finisce stanotte.»”), si
mostra comunque vitale, pieno di forza, gioia e amore. In particolar modo, non
rifiuta i due Figli dell’uomo che gli si aggrappano con tutte le loro
forze: Ignoranza e Bisogno (o Miseria). È davvero impossibile
cercare di prolungarne l’esistenza dello Siprito del Natale presente? Non
dovremmo forse cercare di serbare tutto l’anno questo calore?
Concludo
ringraziando @attimidiprosablog per aver organizzato tutto, la casa editrice
Rizzoli per aver concesso la recensione di questo bellissimo volume e i miei
compagni @metanfetalibri, @laragazzacalabrese e @underbrushink.
Di seguito i link dei blog:
Attimi di prosa (link per il suo blog: www.attimidiprosa.bolgspot.com)
Appunti di un lettore compulsivo (link per il suo blog: www.appuntidiunlettorecompulsivo.blogspot.com)
La ragazza calabrese (link per il suo blog: www.laragazzacalabrese.blogspot.com)
Underbrushink (link per il suo blog: www.underbrushink.blogspot.com)
Leggendoti ho rivissuto le emozioni che mi hanno accompagnato tra le pagine di questo bellissimo racconto. La Rizzoli lo ha riproposto in una veste meravigliosa, come si fa a non amarlo? E come già detto, foto meravigliosa!! ;)
RispondiEliminaCi ha riportato un po' indietro nel tempi ricordandoci il vero significato del Natale. Complimenti per la recensione
RispondiEliminaMi hai trasmesso le stesse sensazioni che ho provato leggendo questo fantastico romanzo per la prima volta, adoro anche i passaggi che hai scelto per accompagnare la bellissima recensione! Grazie a te per aver partecipato all’evento ❤️ - Ilaria
RispondiEliminaPer questo Natale in particolare ci voleva più che mai una lettura che scaldate i cuori per sperare in qualcosa di migliore sotto le luci dell'albero addobbato. Lo spirito che mi ha colpito di più è quello del futuro, il suo essere tetro e muto e inflessibile nei confronti di Sgrooge mi ha colpito perché è così che vedo il futuro: un riflesso del presente ma anche la speranza di poter far meglio.
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