sabato 12 dicembre 2020

Lettera aperta

 “Quanto tempo sono stata stesa sul letto senza muovermi? Fuori è già quasi buio e prima c’era il sole. Era il sole di ieri, di questa mattina o di un mese fa? So solo che sono stata schiacciata sul letto con le persiane chiuse. Dormivo? Non proprio. Mi lasciavo tirare tra la curiosità di andarmene e quella di ascoltare. È incredibile come non ci sia niente di più invitante che delle voci intese e non intese dietro una porta chiusa. Ma ascoltare significa sapere. Quelle voci però rintronano così forte che ho fatto bene a chiudere la porta. Non voglio sapere di quell’anello. Non voglio sapere a chi era rivolto quel grido. Ho fatto male a cominciare: mi trovo ora con i cassetti aperti traboccanti di lettere, fotografie. Nastri, camicette, libri ammucchiati in mezzo al pavimento: la porta crocefissa dalla scala che il portiere mi ha prestato. Non potrò più uscire. Resterò seppellita fra il divano e la porta. Rimettere tutto dentro alla rinfusa? Buttare tutto, dite? Ci avevo pensato anch’io, ma come fare? […] Non capite? […] No, questo non sarebbe mettere ordine: sarebbe liberarsi ciecamente di tutto solo per fare spazio. E l’alito gelato di un vuoto non equivale forse alle sabbie mobili del disordine? No, mi tocca avere pazienza e continuare a mettere tutto fuori. Non c’è niente da fare: per fare ordine bisogna prima toccare il fondo del disordine”.

Lettera aperta, Goliarda Sapienza

 

Edito Einaudi

Costo 12

 

Non so cosa mi abbia colpito maggiormente di quest’opera, se il coraggio insito nel mettere per iscritto la propria esistenza o la grandissima sensibilità mostrata in ogni pagina, ma nel complesso è riuscita a trasmettermi una forza immensa. Così, la rilettura di questo passo, dopo circa tre settimane dal mio primo approccio con Goliarda Sapienza, mi mette i brividi e mi lascia piena di meraviglia. Il ritratto che viene abbozzato in queste 147 pagine è quello di una donna, un tempo bambina, che ha trovato le energie per mordere la testa “[…] a questo polipo che mi trascinava in quel mare di vecchie emozioni” e cercare di rispedirlo nelle profondità dell’abisso. Ognuno di noi, chi più e chi meno, nella sua esistenza ha dovuto destreggiarsi tra ricordi, pensieri ed emozioni spigolose, spinose o striscianti; quanto è difficile non lasciarsi sopraffare? Quanto è faticoso dover rimettere in ordine le proprie emozioni, o addirittura la propria esistenza, senza tentare di scaricarle nel primo portaoggetti o persona a portata di mano? Ogni volta che rileggo questo passo, provo un’immediata sensazione di benessere: mi sento meno sola e ricordo di dover avere pazienza, di non correre ora per poi dover fare il doppio della fatica domani; ci vuole tempo per capire se stessi e, ancora di più, per capire gli effetti che il mondo esterno ha avuto sulla nostra persona. Non voglio dilungarmi eccessivamente, perché sarebbe difficile esprimere a parole la bellezza di questo romanzo, perciò vi consiglio – soprattutto se avete amato Virginia Woolf o se vi trovate in un periodo particolarmente complesso – di leggerlo e di farvi trasportare nella vita di una figura estremamente affascinante e suggestiva. Ringrazio immensamente Giulia di @thedevilreadseverything per avermi fatto scoprire, con il suo gruppo di lettura, Goliarda Sapienza.



2 commenti:

  1. Dalle tue parole capisco che questo piccolo romanzo potrebbe essere una lettura adattissima per me, in questo periodo. Grazie!

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  2. Grazie a te per esserti fermato a leggerla ❤️❤️❤️

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