venerdì 5 febbraio 2021

La fine del mondo e il paese delle meraviglie

 “ – Anche tu non riesci a capire bene cosa sia, il cuore?

- Ogni tanto mi succede, - dissi. – Ci sono volte in cui riesco a capirlo solo dopo che è passato molto tempo, altre volte è troppo tardi. Nelle maggior parte dei casi siamo costretti a prendere delle decisioni e ad agire quando non siamo ancora sicuri dei nostri sentimenti, il che disorienta noi stessi e gli altri.

- A me sembra una cosa del tutto imperfetta, il cuore, - disse lei sorridendo.

Tirai fuori le mani dalle tasche e le guardai alla luce della luna. Imbiancate dal chiarore lunare sembravano statue proporzionate a un mondo in miniatura, che avessero perso la loro destinazione.

- Lo penso anch’io, - dissi. – È una cosa estremamente imperfetta. Però lascia delle tracce. E noi possiamo ritrovarle, seguirle. Come si seguono le impronte lasciate sulla neve.

- E portano da qualche parte, quelle tracce?

- A noi stessi, - risposi. – Così funziona il cuore. Se non ci fosse il cuore, si vagherebbe senza fine.”

La fine del mondo e il paese delle meraviglie, Murakami Haruki

 

Edito Einauidi

Costo 15

 

Questo libro mi ha lasciata particolarmente spiazzata e con pareri e sentimenti piuttosto contrastanti. Se da un lato ho amato l’intreccio, l’idea di base, alcuni paesaggi proposti e alcune conversazioni, dall’altro non sono riuscita ad entrare completamente nella storia, a partecipare pienamente alle vicende e all’evolversi della situazione. Non so di chi sia la colpa, forse non era il periodo giusto o quello che cercavo in quel momento, forse io e il protagonista siamo troppo distanti per poterci comprendere, perciò non posso dirmi pienamente soddisfatta della lettura; ciononostante, ci sono comunque degli aspetti positivi, ovvero: i continui richiami al cuore, alla necessità che ogni essere umano ha di preservare quel muscolo ingarbugliato che ha nel petto, al ruolo dei limiti mentali che, una volta sbaragliati, ci consentono di vivere in eterno e all’importanza della nostra coscienza. È stato un viaggio nelle profondità della terra e dell’animo umano, che mi ha consentito – aspetto molto positivo - di perdermi nei tunnel sotterranei dell’inconscio, dell’invisibile e di osservare come, effettivamente, sia insito nella nostra esistenza il dualismo conscio-inconscio: dove viviamo la notte?

C’è un altro estratto che mi ha affascinato ed è il seguente: “ – Non bisogna lasciare che la fatica entri nel cuore, - disse. – Me lo ripeteva sempre mia madre. Può darsi che la fatica controlli il tuo corpo, ma fai del tuo cuore una cosa tua.

- Aveva ragione.

- Però, a essere sincera, io non lo so bene cosa sia il cuore. Che significato esatto abbia, in che modo sia meglio usarlo… per me è soltanto una parola.

- Il cuore non è qualcosa da usare, - risposi. – Semplicemente esiste. Come il vento. Basta che lei ne senta i movimenti.”

In conclusione, vale la pena leggerlo solamente per alcuni dialoghi estremamente toccanti, interessanti e acuti. Mi auguro vi piaccia e vi trascini in una fine del mondo per cui valga la pena lottare.




Nessun commento:

Posta un commento

Gideon La Nona

“«Basta» sbottò la Reverenda Figlia, con la voce affilata come un rasoio. «Preghiamo.» Il silenzio scese sull’assemblea, come i lenti fiocch...