“ – Anche tu non riesci a capire bene cosa sia, il cuore?
- Ogni tanto mi succede, - dissi. –
Ci sono volte in cui riesco a capirlo solo dopo che è passato molto tempo,
altre volte è troppo tardi. Nelle maggior parte dei casi siamo costretti a
prendere delle decisioni e ad agire quando non siamo ancora sicuri dei nostri
sentimenti, il che disorienta noi stessi e gli altri.
- A me sembra una cosa del tutto
imperfetta, il cuore, - disse lei sorridendo.
Tirai fuori le mani dalle tasche e
le guardai alla luce della luna. Imbiancate dal chiarore lunare sembravano
statue proporzionate a un mondo in miniatura, che avessero perso la loro
destinazione.
- Lo penso anch’io, - dissi. – È una
cosa estremamente imperfetta. Però lascia delle tracce. E noi possiamo
ritrovarle, seguirle. Come si seguono le impronte lasciate sulla neve.
- E portano da qualche parte,
quelle tracce?
- A noi stessi, - risposi. – Così funziona
il cuore. Se non ci fosse il cuore, si vagherebbe senza fine.”
La fine del mondo e il paese delle
meraviglie, Murakami Haruki
Edito Einauidi
Costo 15€
Questo libro mi ha lasciata particolarmente
spiazzata e con pareri e sentimenti piuttosto contrastanti. Se da un lato ho
amato l’intreccio, l’idea di base, alcuni paesaggi proposti e alcune
conversazioni, dall’altro non sono riuscita ad entrare completamente nella storia,
a partecipare pienamente alle vicende e all’evolversi della situazione. Non so
di chi sia la colpa, forse non era il periodo giusto o quello che cercavo in
quel momento, forse io e il protagonista siamo troppo distanti per poterci
comprendere, perciò non posso dirmi pienamente soddisfatta della lettura; ciononostante,
ci sono comunque degli aspetti positivi, ovvero: i continui richiami al cuore,
alla necessità che ogni essere umano ha di preservare quel muscolo
ingarbugliato che ha nel petto, al ruolo dei limiti mentali che, una volta
sbaragliati, ci consentono di vivere in eterno e all’importanza della nostra coscienza.
È stato un viaggio nelle profondità della terra e dell’animo umano, che mi ha
consentito – aspetto molto positivo - di perdermi nei tunnel sotterranei dell’inconscio,
dell’invisibile e di osservare come, effettivamente, sia insito nella nostra
esistenza il dualismo conscio-inconscio: dove viviamo la notte?
C’è un altro estratto che mi ha
affascinato ed è il seguente: “ – Non bisogna lasciare che la fatica entri
nel cuore, - disse. – Me lo ripeteva sempre mia madre. Può darsi che la fatica
controlli il tuo corpo, ma fai del tuo cuore una cosa tua.
- Aveva ragione.
- Però, a essere sincera, io
non lo so bene cosa sia il cuore. Che significato esatto abbia, in che modo sia
meglio usarlo… per me è soltanto una parola.
- Il cuore non è qualcosa da
usare, - risposi. – Semplicemente esiste. Come il vento. Basta che lei ne senta
i movimenti.”
In conclusione, vale la pena
leggerlo solamente per alcuni dialoghi estremamente toccanti, interessanti e
acuti. Mi auguro vi piaccia e vi trascini in una fine del mondo per cui
valga la pena lottare.
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